R&D Cult
Un paio di coordinate del mio itinerario musicale, sul numero di Febbraio di “R&D Cult”. Rigorosamente in ordine sparso, che poi non so proprio quale ordine sia… insomma sono andato un po’ a sentimento…. un po’ molto: Buona lettura
Un paio di coordinate del mio itinerario musicale, sul numero di Febbraio di “R&D Cult”. Rigorosamente in ordine sparso, che poi non so proprio quale ordine sia… insomma sono andato un po’ a sentimento…. un po’ molto: Buona lettura
Suonare in pub, cantinette e club comporta sempre un doppio impegno per noi musicisti. Non solamente infatti devi prodigarti ad eseguire al meglio la tua musica per un pubblico più o meno consapevole, magari capitato lì per caso, ma devi giocoforza fare i conti con un contesto in cui l’inquinamento acustico è la regola. Ingaggiare duelli con il frullatore del bar, misurarti con il chiasso della tavolata dell’addio al celibato, schivare le suonerie dei cellulari diventano rituali impliciti quanto accordare lo strumento, fare il soundcheck. Intendiamoci: fa parte del gioco, la conquista dell’attenzione, diventa una palestra indispensabile e una cartina tornasole del tuo lavoro. Ma non vi nascondo che poi, quando arrivano occasioni come quella di sabato in Feltrinelli, dove hai una situazione d’ascolto, dove le persone hanno indossato giacca e sciarpa ed hanno preso la macchina e cercato parcheggio e camminato per venirsi a sedere proprio lì davanti a te, per partecipare alla presentazione del tuo disco, ecco quando hai la fortuna di trovarti davanti al microfono in quelle situazioni beh, è davvero un’epifania. Condividerla con voi è stato un vero privilegio. Grazie davvero, a tutti quelli che continuano ad essere curiosi, che danno fiducia, che restano con le antenne dritte e l’orecchio teso.
Questo disco è stato registrato sui palchi scalcinati di circoli Arci, in cantine seminterrate, teatri e spazi-off. Abbiamo rubato il tempo a mogli pazienti, compagne incredule, figlie inconsapevoli, gravidanze improvvise, ferie brevissime, lavori totalmente inutili. Durante le registrazioni ci siamo ammalati, curati, guariti (forse), abbiamo litigato e poi ci siamo riconciliati, abbiamo fatto incidenti, ci siamo rotti le ossa, comprato dei mobili, fatto debiti, fatto marcia indietro, scatti in avanti, abdicato, saltato gli ostacoli, guardati allo specchio, respirato profondamente, confessati, ci siamo allontanati per poi venirci a cercare, riconosciuti, stretto i denti, qualcuno se n’è andato, qualcun altro è arrivato, ci siamo persi d’animo, smarriti, rincuorati, perdonati.
La definizione “disco di passaggio” è musicalmente parlando una delle cose più inutili in cui mi sia mai imbattuto: qui è tutto di passaggio, noi per primi. Se le cose non hanno dinamica, non hanno un respiro, non sono in movimento vuol dire semplicemente che son ferme, inceppate, che qualcosa non va.
“Senza ombrello” è un disco concepito, registrato e suonato in movimento, come tutte le cose vive.
Ha il retrogusto dell’artigianato, sgomita, deborda, carambola in avanti. Tra le pieghe degli undici episodi che lo compongono c’è lo zampino di alcuni amici musicisti, artisti meravigliosi che con grande generosità hanno soffiato un po’ di magia sulle mie canzoni: a tutti loro va il mio più caloroso ringraziamento, vi abbraccio tutti, uno per uno.
Piazza Cavour (Rimini) ospiterà un grande evento, dove l’intero ricavato sarà devoluto alle popolazioni del centro Italia che hanno subito il terremoto.
Il ricavato verrà dalla vendita delle magliette (fatte per l’occasione), dal l’incasso della somministrazione di birra e bibite, e dalla cassettina di offerte libere.
La raccolta continuerà fino al 1 ottobre presso “la bottega della creperia”
Il tutto sarà accompagnato da un super concerto dei tantissimi artisti che sono corsi a sostenere e ad impegnarsi per l’occasione.
"Riflessioni, digressioni, progressioni, contorsioni musicali dal nostro personalissimo oblò!"